Spiritualità e pesca in Sri Lanka
Due pratiche quotidiane che raccontano l’identità collettiva del popolo singalese
Nel contesto sociale e culturale dello Sri Lanka, la spiritualità e la pesca tradizionale non sono soltanto due pratiche radicate nel tempo, ma rappresentano due modalità distinte e complementari con cui il popolo singalese esprime identità, valori e senso di appartenenza.
La prima è legata alla sfera del sacro, alla comunità e alla continuità della fede; la seconda al lavoro, alla resistenza e alla relazione quotidiana con il mare. Entrambe, però, raccontano di una società fondata sulla collaborazione, sull’equilibrio tra individuo e collettività, sulla capacità di adattarsi senza rinunciare alla propria struttura profonda. In queste due dimensioni si riflettono elementi centrali della cultura singalese: la partecipazione attiva, l’interdipendenza familiare, la resilienza e un forte senso di responsabilità comunitaria.
Spirituality and Fishing in Sri Lanka
Two Daily Practices That Tell the Story of Sinhalese Collective Identity
In Sri Lanka’s social and cultural landscape, spirituality and traditional fishing are not merely time-honored practices. They represent two distinct yet complementary ways through which the Sinhalese people express identity, values, and a sense of belonging.
The former relates to the sacred, to community, and to the continuity of faith; the latter to labor, endurance, and the daily relationship with the sea. Yet both speak of a society built on collaboration, on balance between individual and collective needs, and on the ability to adapt without losing its deep-rooted structure.
These two dimensions reflect core elements of Sinhalese culture: active participation, family interdependence, resilience, and a strong sense of communal responsibility.
La spiritualità. Presenza, cura, condivisione
Spirituality: Presence, Care, and Sharing
















In Sri Lanka, la spiritualità attraversa tutti gli ambiti dell’esistenza: è vissuta in forma individuale, familiare e collettiva, senza soluzione di continuità tra le diverse dimensioni. Il buddismo è la religione predominante, ma nelle diverse aree del Paese convivono e si integrano anche altre fedi, come l’induismo e il cristianesimo. In molti templi buddhisti, soprattutto nelle regioni centrali e orientali, è frequente trovare piccoli spazi dedicati a divinità induiste, segno concreto di un’apertura e di un rispetto reciproco profondamente radicati nella cultura locale. La partecipazione ai riti religiosi coinvolge l’intera famiglia, spesso anche più generazioni contemporaneamente. Donne, uomini e bambini si muovono insieme nei luoghi di culto, portano offerte, si uniscono in momenti di preghiera e di celebrazione, seguendo un calendario religioso che scandisce la vita delle comunità.
I monaci, spesso entrati in monastero fin da bambini, non vivono separati dalla realtà quotidiana ma rappresentano veri e propri punti di riferimento all’interno della comunità. Oltre al ruolo spirituale, svolgono una funzione educativa, sociale e anche materiale. I cittadini li sostengono non solo con donazioni, ma anche offrendo il proprio lavoro per la manutenzione dei templi o per la costruzione di nuovi spazi dedicati alla meditazione.
La spiritualità quindi è una presenza diffusa, costante e concreta. Si esprime nella quotidianità, nei gesti collettivi e nella cura di sé e degli altri. In questo si manifesta un tratto essenziale del popolo singalese: la capacità di radicarsi in una dimensione che trascende il singolo individuo, costruendo un senso di comunità e coniugando tradizione e trasformazione.
In Sri Lanka, spirituality permeates every sphere of life. It is practiced individually, within families, and as a community—with no clear separation between these levels.
Buddhism is the dominant religion, yet other faiths—Hinduism and Christianity among them—coexist and integrate within the local fabric. In many Buddhist temples, particularly in central and eastern regions, it is common to find small shrines dedicated to Hindu deities such as Lakshmi—a tangible sign of the deep-rooted culture of openness and mutual respect.
Participation in religious rituals often involves the entire family—frequently several generations at once. Women, men, and children come together at places of worship, bringing offerings, joining in prayer, and taking part in religious festivals that mark the rhythms of community life.
Monks, many of whom entered monastic life as children, do not live detached from society. Instead, they serve as moral and social anchors. Beyond their spiritual role, they also take on educational and civic responsibilities. They are supported not only through donations, but also through voluntary work—laypeople help maintain temples or build new spaces for meditation.
Spirituality, then, is a widespread, constant, and tangible presence. It is lived through everyday gestures, through collective acts, and through care for oneself and others.
In this lies a defining trait of the Sinhalese people: the ability to root themselves in a dimension that transcends the individual, building a sense of community that blends tradition with transformation.
La pesca tradizionale. Lavoro, legami, continuità
Traditional Fishing: Work, Bonds, Continuity
















In molte aree costiere dello Sri Lanka, la pesca tradizionale resta centrale nella vita quotidiana. Nonostante l’avanzare del turismo e dell’industria, l’artigianato della pesca mantiene un ruolo chiave, sia economico che culturale.
Le imbarcazioni spaziano dai piccoli oruwa in legno ai pescherecci che salpano di notte o all’alba, spesso con a bordo più generazioni della stessa famiglia. Anche le donne partecipano attivamente: in mare, a terra, nella gestione delle reti e nella vendita.
Al ritorno, il lavoro continua con la selezione del pescato, la riparazione delle reti e la manutenzione delle barche. Le attività sono collettive, silenziose, rituali: il lavoro è anche relazione.
Tra le immagini iconiche legate al mondo della pesca vi è quella della pesca sui pali (stilt fishing), oggi spesso proposta a fini turistici, ma ancora visibile in alcune aree dove questa pratica conserva un legame autentico con il territorio. Come molte altre forme di pesca artigianale, racconta un equilibrio che resiste tra tradizione, adattamento e appartenenza al mare.
In many coastal areas of Sri Lanka, traditional fishing remains central to daily life. Despite the rise of tourism and industry, artisanal fishing continues to play a key role, both economically and culturally.
Fishing vessels range from small wooden oruwa to larger boats that head out at night or at dawn, often crewed by several generations of the same family. Women also play an active role—at sea, on land, in net handling, and in selling the catch.
Once back on shore, the work continues: sorting fish, mending nets, maintaining boats. These activities are communal, quiet, almost ritualistic—work becomes relationship.
Among the iconic images of Sri Lankan fishing is stilt fishing, now often staged for tourists, yet still authentically practiced in certain areas. Like many forms of artisanal fishing, it speaks of a fragile balance between tradition, adaptation, and belonging to the sea.
In Sri Lanka, fishing means effort, adaptation, and cohesion—a daily reality of persistence and social connection.